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Come sottolinea il titolo, "susentieriinterrotti" é un blog creato per aprire uno spazio di riflessione autonoma, il meno referenziale possibile, sui concetti fondamentali della filosofia, consci dell’ardua impresa di evitare strade battute, ma privi del terrore dello smarrimento. Buon sentiero a tutti!

sabato 7 gennaio 2012

φιλοσοφία

Che cos’è la filosofia? Ecco una domanda nella quale, prima o poi, molti (frequentatori della filosofia) si imbattono. Ed è addirittura auspicabile, perché pare che definire la filosofia sia un problema filosofico, forse il problema filosofico. Ma allora da dove partire per rispondervi? Alcuni preferiscono ricorrere all’etimologia del termine. Filosofia deriva dal greco e significa alla lettera “amore della sapienza”. Dunque i filosofi sarebbero gli “amanti della sapienza”. Questione risolta allora? Certo che no! – per almeno due ragioni.
Da un lato, il ricorso all’etimologia è interessante e suggestivo, ma criticabile. Esso, infatti, presuppone che il significato corrente di un termine corrisponda al significato della sua forma originaria, e cioè che il significato primitivo fornisca una risposta vera alle questioni presenti. Cosa non sempre vera. Inoltre nel caso specifico, l’etimologica classica del termine Philo-sophia sembri non tenere in conto la problematica del doppio genitivo, ossia che il termine ‘sophia’ non debba necessariamente essere considerato come il genitivo oggettivo di ‘philia’, intendendo, così, la sapienza come l’oggetto di un amore dal quale però è indipendente; bensì piuttosto che possa essere interpretato anche (e a ragion veduta) come un genitivo soggettivo, considerando dunque il sapere come esperienza d’amore nonché come generatrice d’amore. Tuttavia, poiché il senso di una parola si può modificare anche notevolmente nel tempo, il significato arcaico può essere molto differente da quello attuale – che ci interessa.
Dall’altro lato, pur accettando l’utilizzo della “doppia” etimologia, la definizione del filosofo come colui che ama la sapienza, o come il sapiente che conosce l’amore sembra troppo ampia. Basta amare la sapienza o avere una storia d’amore per essere filosofi? Pare di no – come non basta indossare una calzamaglia nera per essere Batman. Difatti potremmo incontrare moltissime persone che amano la sapienza o e altrettante che sostengono di conoscere l’amore: sono tutti filosofi? – «E perché no?», si potrebbe ribattere. «Che cosa impedisce di limitare l’estensione della definizione?». – D’accordo. Allora però, per lo stesso motivo, il mio prozio, che si appassiona quando parla degli animali della sua fattoria, sarà pertanto uno “zoologo”. Così come la mia vicina di casa, che adora ascoltare e produrre discorsi sui fatti altrui: basterà questo per renderla “filologa”.
In conclusione, forse la definizione derivata dall’etimologia di ‘filosofia’, o è inadeguata, perché rimanda a un significato astratto del termine, rischiando di allontanarci dall’uso concreto che ne facciamo; oppure è insufficiente, perché talmente estesa da includere elementi che dovrebbero essere esclusi – rendendo chiunque, al limite, filosofo.